Ci attraversa un tempo che non commuove, dove le verità non sono liberate per essere apprezzate, ma spesso sono relegate nella polvere della sventura più prossima, quando la storia è azzoppata dagli agguati delle vendette, una storia che non possiede alcun elemento di verità, solamente il sangue degli innocenti.
I bambini non si toccano mai, persino su chi nulla comprende di malaffare, di cattivavita, di strade sterrate alla coscienza, incombe lacerante la ferita che squarcia la carne della ragione, quando con normalità insana, un bambino viene smontato e abbandonato, quando una creatura viene presa a pallettoni sul viso, quando un adolescente paga con la vita il proprio diritto di cittadinanza.
Quel che accade su e giù per il paese Italia, in qualche dirupo, in qualche cantina del massacro, non si tratta di un nuovo e affascinante slang, non è narrativa da premio pulitzer, piuttosto è pratica da non pubblicizzare, un metodo che non è sinonimo di uno sconosciuto onore e rispetto, è un’azione che non è possibile raccontare, accettare, condividere.
La violenza non ha timidezza da mostrare, nella perdita filiale c’è la libertà che non ha più valore, ha un prezzo perfino l’amore che si paga offrendo riparo all’irreparabile, all’indicibile, all’infamia più grande, quella che non è possibile difendere, celare, manipolare, a un accadimento sub-culturale di pochi.
I bambini non si toccano mai, eppure cadono scomposti, nascosti alle inquietudini e alle indignazioni non più sufficienti, è un malore dell’anima che non bisogna tacere o negare, non rimane che scegliere un percorso ostinato e contrario, per non rinunciare a educare alla verità che è sempre innocente, a tal punto da rendere possibile un’altra storia, in cui i bambini davvero non si toccano mai.
#Noemi
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